Relatori: Carmelo Alberti, Massimo Cacciari e Paolo Puppa
_
La carriera delle Maschere dal Teatro al Mondo nella riforma goldoniana
Lettura drammatica di alcuni estratti del libro di Arnaldo Momo
A cura del Teatro 7 di Venezia diretto da Fabio Momo.
Attori: Massimo Burigana, Isabella Macchi, Fabio Momo, Sandro Moro, Raffaello Padovan
_
Venezia, Casa di Carlo Goldoni
Giovedì 5 maggio 2016, ore 17.30
Ingresso su invito fino a esaurimento dei posti disponibili o su prenotazione al numero 0412759325
_
A cent’anni dalla nascita di Arnaldo Momo (1916-2008), la Casa di Carlo Goldoni, nell’ambito della proposta culturale della Fondazione Musei Civici di Venezia per il 2016, dedica a questa grande personalità un omaggio culturale e teatrale giovedì 5 maggio alle ore 17.30. L’incontro vuole ricordare come l’intensa attività artistica e saggistica del regista veneziano costituisca un punto di riferimento importante nel panorama italiano e in quello cittadino.
Due i momenti in cui si articola l’incontro: un primo ricordo da parte di Massimo Cacciari, nipote di Momo, che racconterà non solo l’uomo di teatro, ma anche la persona unica ed eccezionale quale era, sottolineandone la rigorosa onestà intellettuale e l’aristocratica ironia. Continueranno poi Paolo Puppa, che presenterà l’opera di Momo e Carmelo Alberti che porterà testimonianze personali del suo rapporto con il regista. A seguire il secondo momento in cui gli attori della compagnia Teatro 7, con il figlio Fabio Momo, faranno una lettura drammatizzata di alcuni estratti del libro La carriera delle Maschere dal Teatro al Mondo nella riforma goldoniana.
La Casa di Carlo Goldoni vuole quindi ricordare questo uomo di teatro nel senso più completo del termine, attore, scrittore, regista, scenografo, rinnovando quel rapporto preferenziale, affettivo e di collaborazione di enorme importanza durato per oltre quarant’anni.
BIOGRAFIA
Nato a Venezia il 5 maggio del 1916, Arnaldo Momo inizia presto la sua avventura sul palcoscenico insieme all’attrice Sara Tagliapietra, che sarà al suo fianco per tutta la vita, e alla sua compagnia, prima Piccolo Teatro di Venezia e poi Teatro 7.
Teatro classico, moderno, avant-garde, ma è soprattutto con quello goldoniano che Momo ebbe sempre un legame molto intenso, come lo ebbe anche con la Casa di Carlo Goldoni di cui rivestì dal 1997 il ruolo di Presidente del Comitato Scientifico e svolse un’importante attività di lezioni, letture di testi teatrali e poetici, di corsi di recitazione e di storia del teatro. Il regista veneziano ha diretto molti spettacoli attraversando i repertori drammatici di tutti i tempi, dalla tragedia greca a Shakespeare, dal teatro del Cinquecento alla scena spagnola, da Goldoni a Gozzi, fino agli autori del Novecento, tra i quali Ionesco, Beckett e Pinter.
La passione globale per la scena è testimoniata anche dalla scrittura: oltre a raffinate incursioni nella poesia, Momo ha lasciato saggi su Brecht, Artaud e le avanguardie teatrali e pubblicazioni come Teatro divertimento-teatro gioco (1979), La carriera delle maschere nel teatro di Goldoni, Chiari, Gozzi (1992), la prefazione stupenda a La repubblica delle maschere di Raffaello Padovan e Andrea Penso (2001) dove le maschere sono figlie degli inferi e sorelle dei folli, «larve, strighe, lamie».
Spirito innovatore e sempre vicino alle nuove generazioni, il regista veneziano ha profuso grande impegno nel portare il teatro verso i giovani con le sue “lezioni di teatro” tenute tra il 1961 e il 1993 in varie realtà cittadine e nazionali, università, scuole, associazioni e circoli di cultura. A lui è stato inoltre intitolato l’attuale Teatro Arnaldo Momo di Mestre che ospita, in memoria della sua attività, rassegne annuali di teatro contemporaneo e teatro per ragazzi, oltre a spettacoli di danza, musica e laboratori teatrali.
Per i suoi 90 anni, il 5 maggio 2006, l’Università Ca’ Foscari gli ha dedicato un omaggio, mentre Casa Goldoni ha aspettato il febbraio dell’anno successivo, terzo centenario della nascita di Carlo Goldoni, per celebrare insieme questi due grandi veneziani, donando ad Arnaldo Momo il riconoscimento “Una vita per il teatro” consegnatogli dall’allora sindaco e nipote Massimo Cacciari.