“La mente è come l’ombrello: per funzionare deve essere aperta…”
Martedì 23 maggio 2017, ore 17:30
Venezia, Casa di Carlo Goldoni
Con Carmelo Alberti
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Pochi come questo fiorentino classe 1928 hanno mantenuto per tutta la vita una strenua coerenza tra comportamento e convinzioni: sia nella quotidianità che sulla scena, senza alcuna forzata volontà di stupire ma solo con il fermo convincimento che fra teatro e vita la differenza non è grande come si potrebbe credere.
Attore brillante per vocazione, dalla comicità intelligente e provocatoria ma sempre con un sottofondo giocoso, come nelle sue famose esibizioni en travesti, Poli amava i testi surreali, i lati onirici, il ridicolo del sentimentalismo, il rapido sberleffo, l’ironia che smonta e tuttavia rivela allo stesso tempo quella sotterranea nota malinconica e esistenziale propria di ogni vero, profondo attore.
Spesso definito enfant terrible del teatro italiano, geniale, irriverente, non ha mai fatto mistero della propria omosessualità, raccontando spesso gli amori, le avventure, la serenità con cui la sua condizione veniva vissuta, in tempi certo non favorevoli, nella sua pur borghesissima famiglia, dai genitori, papà carabiniere e mamma maestra.
All’attività di interprete alterna quella di regista. Numerose le opere treatrali da lui firmate, da Aldino mi cali un filino, Rita da Cascia del 1967, una lettura così irriverente della storia della santa da dar vita a una lunga polemica, sul vilipendio della religione, che culminò con la richiesta, da parte di Oscar Luigi Scalfaro, di un’interrogazione parlamentare, La nemica, Femminilità, Caterina De Medici per citarne solo alcuni.
Una vita senza mai lasciare il palcoscenico, se non il volto, presta la voce: un successo l’audiolibro di Pinocchio. L’ultimo spettacolo nel 2014, Aquiloni e un anno dopo, l’addio alle scene: lamentava la mancanza di serità e di denaro. E poi, diceva, “Non ho più fiato, ho 86 anni. Qui c’è solo da morire, ma non ho paura della morte: quando arriva, dicevano i greci, non ci sono più io”.
La sua ultima, più applaudita apparizione a poco meno di tre mesi dalla morte, il 7 gennaio del 2016 a Firenze per l’inaugurazione, dopo il restauro, del Teatro Niccolini, chiuso da vent’anni e che è stato a lungo una delle sue “case”‘. Una vera e propria festa per l’attore, con una piece-intervista intitolata Teatrino, durante la quale aveva ripercorso tutta la sua carriera aiutandosi con filmati e foto, ma soprattutto con la sua formidabile memoria.
A un anno dalla scomparsa, Casa Goldoni rende omaggio a un artista che, come molti grandi tra i quali lo stesso Carlo Goldoni, ha scelto come musa ispiratrice la società del proprio tempo, le sue contraddizioni, i suoi mutamenti.
Ingresso su invito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per prenotazioni:
- tel: 041 2759325
- email: segreteria.casagoldoni@fmc
venezia.it
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Carmelo Alberti è stato per molti anni docente di Discipline dello Spettacolo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. I suoi studi riguardano le forme della scena moderna e contemporanea, a partire dalle vicende della teatralità veneziana. È direttore dell’Istituto per la Ricerca Teatrale, direttore della collana “La fenice dei teatri”, fa parte del comitato scientifico dell’edizione nazionale delle opere di Goldoni e collabora alle più importanti riviste specializzate quali Ariel, Venezia Arti, Drammaturgia.