Come moltissime istituzioni di tutto il mondo anche Casa Goldoni vuole rendere omaggio, a 150 anni dalla nascita, a Luigi Pirandello, uno tra i maggiori drammaturghi del Novecento, insignito nel 1934 del Premio Nobel per la letteratura.
Lo farà con noi e per noi una delle più autorevoli voci pirandelliane, Paolo Puppa, ordinario di Storia del teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia ma anche drammaturgo e performer, che ci offrirà un’esperienza assolutamente particolare con l’opera dell’autore siciliano, esperienza elaborata appositamente per noi in un ciclo di quattro incontri dal titolo Puppa legge Pirandello, ovvero quattro novelle in scena.
Ecco il quarto appuntamento.
La morte addosso
Casa di Carlo Goldoni, 28 marzo 2017, ore 17.30
La novella, ristampata nel 1923 con questo titolo ma data alle stampe nel 1918 come Caffè notturno, si può dire sia già il copione stesso che ad essa si fa risalire. Come ebbe a dire il critico Ercole Patti, L’uomo dal fiore in bocca nacque «senza che Pirandello lo avesse mai scritto» . Pressato dall’insistente richiesta di Anton Giulio Bragaglia di uno spettacolo per il Teatro Sperimentale degli Indipendenti di Roma, l’autore segnando negli stretti margini stampati della novella Caffè notturno, con una matita rossa, qualche brevissima didascalia e una o due mezze battute, «mise su in pochi minuti l’atto unico». Che rappresenta, infatti, il lavoro teatrale più breve di Pirandello, solamente due i personaggi che danno vita al dramma: l’Uomo dal fiore in bocca, appunto, e un Pacifico avventore. I due danno il via ad un dialogo apparentemente incentrato su argomenti banali, che si dispiega nel progredire del lavoro in un monologo del protagonista, che fa emergere il terrificante problema di come si possa manifestare la vita residua in una persona che aspetta la morte: «La morte, capisce? È passata. M’ha ficcato questo fiore in bocca, e m’ha detto “Tientelo, caro: ripasserò fra otto o dieci mesi!”».
La prima rappresentazione ebbe luogo a Roma, proprio al Teatro Sperimentale degli Indipendenti, il 21 febbraio 1923, con la regia di Anton Giulio Bragaglia e, malgrado le riserve e perplessità alla notizia dello spettacolo, la critica fu molto favorevole al lavoro e alla messa in scena: da allora L’uomo dal fiore in bocca divenne ed è tuttore il pezzo forte di molti grandi attori, quelli che decisamente lasciano un forte e decisivo segno nella più significativa scena teatrale.
Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia ed ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere. All’attivo, numerosi saggi e testi teatrali (alcuni tradotti e rappresentati anche all’estero), volumi di narrativa e svariate collaborazioni con le più importanti riviste specializzate quali Sipario, Hystrio e Ariel. Oltre che ai grandi nomi della scena letteraria italiana e straniera ha dedicato molta attenzione anche al teatro veneto ed ai suoi protagonisti, con varie pubblicazioni storico- critiche e biografiche. Non solo docente ma anche drammaturgo e performer è autore ed interprete di molti copioni studiati e rappresentati in Italia e all’estero, che spesso hanno ricevuto importanti premi e riconoscimenti.
Ingresso gratuito su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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