Casa di Carlo Goldoni

  • PAOLO PUPPA LEGGE PIRANDELLO
    ovvero quattro novelle in scena

    La signora Frola e il signor Ponza, suo genero
    Casa di Carlo Goldoni, 28 febbraio 2017

Casa di Carlo Goldoni

PAOLO PUPPA LEGGE PIRANDELLO. La signora Frola e il signor Ponza, suo genero

Evento

Come moltissime istituzioni di tutto il mondo anche Casa Goldoni vuole rendere omaggio, a 150 anni dalla nascita, a Luigi Pirandello, uno tra i maggiori drammaturghi del Novecento, insignito nel 1934 del Premio Nobel per la letteratura.

Lo farà con noi e per noi una delle più autorevoli voci pirandelliane, Paolo Puppa, ordinario di Storia del teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia ma anche drammaturgo e performer, che ci offrirà un’esperienza assolutamente particolare con l’opera dell’autore siciliano, esperienza elaborata appositamente per noi in un ciclo di quattro incontri dal titolo Puppa legge Pirandello, ovvero quattro novelle in scena.

Ecco il terzo appuntamento.

La signora Frola e il signor Ponza, suo genero
Casa di Carlo Goldoni, 28 febbraio 2017, ore 17.30

La novella è impostata sul narratore esterno, qui non estraneo all’ambiente rappresentato, che espone la vicenda, descrive aspetto fisico e pensieri dei personaggi, si rivolge ai lettori con colloquiale confidenza (appelli come «Ve lo figurate?», «Vi par poco», con simulazione del parlato) per incuriosirli e interessarli alla narrazione, commenta la vicenda insinuando così la sua valutazione. La narrazione procede rispettando l’ordine cronologico-casuale, ma prima c’è una sorta di anticipazione: «Ciascuno si vede davanti, ogni giorno, quei due», ecc., che unita ai commenti crea nel lettore curiosità e interesse.

Altri aspetti vanno poi segnalati: innanzitutto la tesi dell’inconoscibilità del reale tutta calata in un pettegolo e angusto mondo di provincia, ambiente caro a tanto verismo ottocentesco, ma che l’autore svuota dai modelli di rappresentazione verosimile mettendo in crisi proprio le certezze oggettive, allo stesso modo in cui ad esempio ne Il gioco delle parti accoglie sì un meccanismo abituale della commedia borghese, cioè il triangolo dell’adulterio, ma con intenti profondamente diversi.

Inoltre, l’impossibilità di conoscere la verità, l’esistenza di tante verità quanti sono i protagonisti non approda qui al compiaciuto gioco intellettualistico, all’arido scetticismo, bensì ad una duplice pietà: quella dell’artista per questi uomini che si illudono di possedere la verità, e quella che questi uomini provano reciprocamente, ciascuno nei riguardi dell’altro.

Finge la signora Frola perché il signor Ponza sia sicuro e contento della sua verità, e finge il signor Ponza perché la signora Frola lo sia anch’essa a sua volta della sua e questo, se da un lato riconferma la fondamentale impossibilità di approdare a una verità oggettiva, contemporaneamente indica la via per evitare la chiusura solitaria in se stessi: riconoscere, con un atto d’amore, l’esistenza  e il dolore- degli altri.

Nel 1917 Pirandello, attingendo come fonte a questa novella scritta un paio d’anni prima ma uscita nell’aprile di quello stesso anno, lavora alla commedia Così è (se vi pare), a lungo ritenuta la commedia-manifesto del “pirandellismo”, commedia che, da quella prima rappresentazione milanese datata 18 giugno 1917, è stata rappresentata con chiavi di lettura assai diverse dalle più importanti compagnie in ogni epoca.

Ingresso gratuito su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

  • Per prenotazioni: telefonare allo 041. 2759325 o allo 041.2440317