Di estrema rilevanza è l’Archivio Vendramin che, con i suoi documenti manoscritti dei secoli dal XVI al XIX, rappresenta uno spaccato insostituibile per l’indagine scientifica nel mondo teatrale veneziano relativamente ad alcuni teatri della città, sia per l’attività di Carlo Goldoni al Teatro San Luca (oggi a lui intitolato) che per la presenza a Venezia di importanti comici del tempo, quali Antonio Sacchi, Giuseppe Imer e molti altri.
La famiglia Vendramin, iscritta al patriziato veneziano nel 1381, possedeva nella parrocchia di S. Luca alcune casette che vennero distrutte nel 1595 da un incendio; quando si trattò di investire capitali nella ricostruzione del fondo, prevalse la proposta di costruire un teatro di commedia.
I Vendramin, pertanto, furono proprietari di teatri – con alterne fortune – dal 1630 ca., fino alla metà del Novecento, quando il Comune di Venezia richiese la dichiarazione di pubblica utilità del complesso edilizio costituente il teatro per poter procedere all’esproprio, che divenne esecutivo nel 1956.
Il fondo è costituito da 16 buste e 1 scatola, che conservano complessivamente 164 unità archivistiche, corrispondenti a fascicoli cartonati rilegati, vacchette, carte sciolte legate in mazzi, di datazione che va dal 1448 al 1871.
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