L’ultimo nastro di Krapp e Atto senza parole con Glauco Mauri
regia di Enrico D’Amato
ripresa televisiva 1969
Martedì 26 aprile 2016, ore 17:30
Casa di Carlo Goldoni
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Ingresso su invito fino a esaurimento dei posti disponibili.
Dopo il successo del primo appuntamento, proseguono gli Incontri di palcoscenico a Casa Goldoni dedicati a Samuel Beckett con due proiezioni, L’ultimo nastro di Krapp e Atto senza parole, martedì 26 aprile alle ore 17.30 (ingresso su invito fino a esaurimento dei posti disponibili).
L’ultimo nastro di Krapp è un atto unico nel quale l’autore riesce a condensare, in una dimensione tragicomica e con una stupefacente economia di parole e di gesti, il senso stesso del rapporto tra l’Uomo e il Tempo e tra l’Artista e il fallimento dell’Arte.
L’immagine teatrale di Krapp ormai vecchio, che come sempre in occasione del suo compleanno ascolta il diario registrato negli anni sulle bobine di un magnetofono e ne registra una nuova, ci trasporta inesorabilmente dalla dimensione teatrale a quella della vita: la fine della messinscena, appunto, la registrazione dell’ultimo nastro di Krapp, che, ormai giunto alla conclusione della sua esistenza, non avrà più occasione di registrare un nuovo nastro.
Atto senza parole è invece una partitura scenica privata totalmente della parola e costruita soltanto su un’azione semplice e lineare che non ha bisogno di un testo verbale: in scena un solo personaggio privo di tutto, anche dell’identità. Il suono di un fischio gli permette o limita i movimenti, come fosse una sorta di comando mentre tra gli oggetti calati dall’alto spiccano una caraffa con la scritta Eau, che il personaggio tenta invano di raggiungere, e una corda con cui cercherà inutilmente di suicidarsi dopo il fallimento.
Alla fine, sfinito, si lascerà sdraiato a terra con la caraffa a due passi da lui, che ormai non vorrà più prendere. La violenza nei confronti del personaggio sta nel fatto di aver stimolato la sua intelligenza per poi reprimere la sua volontà, una situazione in cui ancora troppo spesso l’essere umano è costretto, in ogni tempo e in ogni luogo.
Glauco Mauri, interprete italiano di Beckett già negli anni Sessanta, ha reso nuovamente omaggio all’intenso lavoro dello scrittore Premio Nobel per la letteratura, portando in scena nel 2013, assieme a Roberto Sturno, un nuovo e arricchito allestimento che ripercorre, con il prologo e quattro atti unici, la profondità del lavoro del grande autore irlandese.