Il teatro di Carlo Goldoni rappresenta con fedeltà e acutezza il mondo veneziano del XVIII secolo e il primo ambiente del museo, il “portego” al piano terra, mette immediatamente a contatto il visitatore con la rappresentazione evocativa di quel periodo. Su una delle pareti principali campeggia una gigantografia del ritratto di Goldoni eseguito da Alessandro Falca detto Longhi e conservato all’interno del museo. Sull’altra parete sono visibili pannelli che raccontano per tappe la vita del commediografo veneziano, come illustrata dalle incisioni presenti nell’edizione Pasquali delle sue opere (Venezia, 1761).
Nel “portego”, vicino alla porta d’acqua, su di un tavoliere da gioco didattico è stata applicata una riproduzione della pianta topografica di Lodovico Ughi (1729). Si tratta del più dettagliato documento cartografico che rappresenti le condizioni urbanistiche della Venezia settecentesca. Su di essa sono stati evidenziati sia gli spazi in cui furono ubicate le varie dimore cittadine in cui visse Goldoni, sia quelli su cui sorgevano i molteplici edifici che, ancora nel settecento, facevano di Venezia una delle capitali della civiltà teatrale europea.
Venezia vive nel corso del Settecento, un’animata stagione di novità e di assestamenti nella sua dotazione di strutture teatrali. Se alcune sale per spettacoli vengono chiuse perché superate o inadeguate, altre ne vengono inaugurate. I teatri più importanti conoscono aggiornamenti di struttura e nuove decorazioni. Nell’età di Goldoni la città poteva contare ancora su una quindicina di teatri, che impegnavano autori, attori, cantanti, musicisti, scenografi in una produzione intensa, sia sotto il profilo della quantità che della varietà.
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Casa di Carlo Goldoni. La Casa del suo Teatro
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