Casa di Carlo Goldoni

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ANTONELLA ZAGGIA. Gioielli di carta

Papier maché

La carta macerata o papier maché è un impasto a base di carta a brandelli o in polvere, cotta/macerata in acqua quindi pestata/triturata e legata da un collante fino a raggiungere la consistenza di una pasta modellabile. L’oggetto ottenuto sarà fatto seccare all’aria oppure cucinato in forno a temperature basse. Alla carta possono essere aggiunti altri materiali quali gesso, segatura fine, stoffa ecc. Tale materiale è quindi cosa diversa dalla cartapesta: una carta a strati sovrapposti legati da colla pressati in uno stampo, benché le due tecniche siano spesso presenti in uno stesso manufatto e classificate con il termine generico di cartapesta.

La cartamacerata è tecnica antica, conosciamo manufatti in fibre di carta o simili risalenti al III sec. d.C. – le maschere funebri del Fayum -, legata spesso all’arte popolare, agli apparati effimeri o a bozzetti preparatori di basso costo e facile deperibilità, ma non solo. Manufatti in cartapesta sono presenti in molte chiese sotto forma di statue o bassorilievi, sono ad esempio di cartapesta le statue votive del Santuario di Santa Maria delle Grazie, presso Mantova o l’Angelo dorato di Giuseppe Sammartino nella certosa di San Martino a Napoli. A partire dal Quattrocento diversi sono gli artisti di fama, Ghiberti, Donatello,  che in Italia utilizzano tale tecnica.

Antonella Zaggia: “Per me tale tecnica era da sempre legata al mio teatro di burattini. Certo, dalle statue alle teste dei burattini il passaggio è naturale, fa parte della tradizione.
Un po’ più ardito è il salto al gioiello in carta. Carta e gioiello (o bijou), sembra un ossimoro: povero, effimero, deperibile ed idrosensibile il primo; prezioso, duraturo e resistente – nei limiti – il secondo. Di fatto non bisogna esagerare la delicatezza della carta macerata, che d’altro canto è anche materiale duro e resistente. Si è trattato comunque di ritornare all’oreficeria, che ho praticato da giovane, secondo un’ottica meno impegnata e più dedita all’effimero, con una continua traduzione di materiali alternativi a quelli classici: dal metallo, dall’oro e l’argento alla carta, dalle pietre preziose alle perle di vetro, alle mille sciocchezze che si possono raccogliere passeggiando per strade e campi.